THIENE, CANTIERE “Coloriamo la Città”
Echi dall’esperienza di Zugliano
Noi con il cantiere di Zugliano abbiamo risposto alla pressante richiesta di un ragazzino di 2^ Media del paese il quale aveva sollecitato l’Amministrazione più volte ad intervenire sulla discarica vicino a casa sua, in un posto paesaggisticamente bello, tra l’altro. Il ragazzo ha partecipato solo due giorni al Cantiere, ma molto attivamente perché era del posto ed era molto motivato. Un pomeriggio sono venuti a trovarlo due suoi coetanei e anche loro si sono messi a spalare ed a insaccare immondizia (con i guanti). Abbiamo riempito una quindicina di sacchi che poi gli operai del Comune hanno portato via.
Un mese dopo gli ho mandato un sms per ringraziarlo per il suo impegno che ha portato a fare dei piccoli, ma importanti passi per migliorare il nostro ambiente.
Lui mi ha subito risposto così: <
Altre persone del paese che ci hanno visto fare azioni di pulizia di una fontana per liberarla dalla melma e dalle erbacce ci hanno prestato chi una carriola, chi si è fermato con il decespugliatore per togliere almeno le ortiche e una ragazza che è passata con il suo cane ci ha detto che la settimana seguente era in ferie e ci avrebbe aiutato. (Dove non c’è amore (il disordine in questo caso), metti amore e troverai amore).
Sergio
L’esperienza del cantiere “Coloriamo la Città” è nata a cura del Movimento dei Focolari nel 2014 a Montebello Vicentino e, visto il grande successo, l’anno successivo è stata riproposta a Brendola. Quest’anno, superando ogni aspettativa, il numero dei cantieri in Veneto è triplicato così come il numero dei partecipanti: i cantieri del 2016 sono stati realizzati a Thiene, per la provincia di Vicenza, a Treviso e a Verona. Il Comune di Thiene dal 19 luglio ha ospitato, infatti, un gruppo di circa 70 ragazzi, provenienti dalla provincia di Vicenza, di età compresa dai 13 ai 19 anni, presso i Padri Cappuccini, portando una ventata di entusiasmo e di gioia tra le vie cittadine.
I ragazzi si sono impegnati a “colorare la città “, con servizi in case di riposo, cooperative, realizzazione di murales nelle scuole materne, manutenzioni di vario tipo in parrocchie e negli asili Nido Aquilone e Arcobaleno, attività in collaborazione con il gruppo “MatoGrosso” ed infine un’azione ecologica.
L’organizzazione di questi cantieri è stata curata dai ragazzi del Movimento dei Focolari, sostenuti dagli adulti della comunità locale.
Il tema scelto dai ragazzi, per quest’anno, è il dialogo, inteso non solo fra i coetanei, amici o familiari ma anche con persone di religione e culture diverse. A questo proposito i ragazzi hanno avuto la possibilità di relazionarsi con giovani richiedenti asilo di tre cooperative vicentine, dialogando attraverso attività legate alla musica, allo sport e concludendo tutti insieme con una cena multietnica.
Il cantiere si è concluso sabato 23 luglio ai Cappuccini a partire dalle 10 con una giornata di festa e la partecipazione dei ragazzi di Thiene, Treviso e Verona, circa 150, assieme ad un centinaio di adulti dei cantieri veneti. Gran finale la caccia al tesoro fotografica nel centro storico dalle 14 alle 16 e chiusura della giornata, ancora ai Cappuccini.
“La Città è lieta di ospitare i giovani Focolarini del cantiere “Coloriamo la Città” – dichiara Maurizio Fanton, assessore ai Rapporti con le Associazioni di Volontariato – Questa in atto a Thiene è un’attività importante per i ragazzi perché permette loro di maturare esperienze concrete di solidarietà sociale, di dialogo e di partecipazione attiva alla vita della collettività”.
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Nel 1967, Chiara Lubich rivolge ai giovani e ragazzi che fanno parte del Movimento un appello, propone loro di “Chiamare a raccolta il più gran numero possibile di ragazzi del mondo e lanciare una grandiosa rivoluzione al grido di ‘uniamoci!’”. “Una rivoluzione d’amore”, espliciterà, che ha per fine la realizzazione del testamento di Gesù: “Che tutti siano uno”. Dall’adesione, di migliaia di giovani in tutto il mondo, a questo programma nasce il Movimento gen: “generazione nuova” del Movimento dei focolari.
Nel 1968 un gesto simbolico ne delinea la fisionomia: la consegna ai gen di un trofeo, che rappresenta il passaggio di una bandiera dalla prima alla seconda generazione; su di essa sono scritte due frasi: “Che tutti siano uno” (Gv 17,21) e “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato” (Mt 27,46). La prima definisce il programma, la seconda il segreto per attuarlo.
All’interno del Movimento gen si delineeranno poi, progressivamente, tre distinzioni in fasce di età: i gen 2, i gen 3 e i gen 4.