Un incontro speciale con Papa Francesco
Il 19 giugno di quest’anno sono andata a Roma all’Udienza Generale di Papa Francesco con due pullman dal mio paese organizzati dalle “mamme no pfas” di cui faccio parte. Una volta arrivate a S. Pietro il nostro Vescovo di Vicenza ci aspettava con i biglietti che aveva ritirato e che ho preso in consegna.
Dal Vaticano ci avevano scritto che avremmo avuto un settore davanti, dove Papa Francesco sarebbe passato. Per accedere alla piazza ci si deve incanalare per i controlli e così distribuivo i biglietti aspettando gli ultimi.
Ogni tanto i primi che erano già entrati mi mandavano la foto di come erano ben piazzati e non vedevo l’ora di raggiungerli dopo tanta attesa e dopo tanto lavoro per organizzare il viaggio.
All’udienza con noi sono venute anche delle persone dal Molise e dalla Sardegna in rappresentanza di gruppi che si occupano della tutela dell’ambiente e del Comitato di Riconversione RWM. Ad un certo punto erano entrati tutti e li vedevo belli felici, pronti con le magliette e le scritte, mentre io ero fuori ad attendere nel piazzale ormai vuoto.
Mentre ero lì suona il telefono e un membro del gruppo mi dice che un cerimoniere era andato a chiedere il nominativo di una persona per andare a salutare personalmente il Papa ed avevano dato il mio nome.
Mi sono sentita gelare e dopo essermi fatta ripetere più volte la cosa, sono partita verso i controlli nella zona del colonnato. L’avevo appena oltrepassato quando ho trovato uno sbarramento imponente perché il Papa stava uscendo con la macchina.
Ero sommersa da un gruppo di orientali con dei begli ombrellini rossi che non mi facevano vedere neanche l’altare. Per un momento ho pensato che sarebbe stato impossibile passare ed arrivare perché vedevo via via aumentare la polizia ed lo staff dei controlli e uno di loro mi ha detto che se volevo passare dovevo aspettare la fine dell’udienza. Dentro di me però mi dicevo “ma vuoi rinunciare a salutare il Papa?”
Ho iniziato così la mia battaglia per arrivare all’altare e dopo respingimenti e controlli, sono arrivata a fianco dell’altare dove Papa Francesco sarebbe passato a salutare personalmente.
A mano a mano che si avvicinava a me lo guardavo e mi sembrava impossibile di essere io proprio lì. Quando è stato davanti a me e gli ho preso le mani, mi sono vista davanti a Dio e mi sono persa in quello sguardo limpido, intenso e profondo.
Avrei voluto lasciare che il mio cuore e la mia anima parlassero per me ma ero lì anche per gli altri del gruppo, così ho spiegato a Papa Francesco il significato della Bandiera che gli consegnavo assieme ad una lettera.
Alla fine, quando se ne è andato, sono rimasta lì e non avrei voluto parlare. Tutti mi chiedevano cosa mi avesse detto ed io avrei dovuto dire niente, ma non era vero perché col suo sguardo mi aveva detto tutto.
Anna Maria
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