Accorciamo le distanze, non lasciamo che la paura ci derubi della nostra umanità!
Lettera natalizia del Vescovo B. Pizziol alla Diocesi di Vicenza
Carissimi,
in occasione del Santo Natale, è mio desiderio di pastore sollecitare e promuovere nelle comunità cristiane, ma anche nella comunità civile, una riflessione comune in ordine all’accoglienza. Essere aperti all’accoglienza non è mai semplice perché ci espone al rischio di uscire dalle nostre certezze e comodità. Il clima culturale in cui viviamo ci spinge poi decisamente verso l’individualismo e verso il ripiegamento nella sfera del privato, sia esso familiare, religioso o sociale.
Accogliere significa invece ricevere qualcuno riconoscendogli pari dignità, accorciando le distanze, creando una relazione solidale, ponendosi in un atteggiamento di empatia. L’accoglienza si vive e si pratica nella famiglia, nella comunità civile, nella comunità parrocchiale o nel gruppo associativo, fino ad arrivare alle persone di ogni popolo, nazione, lingua, cultura e religione. Come sottolinea Benedetto XVI: «L’avvenire delle nostre società poggia sull’incontro tra i popoli, sul dialogo tra le culture nel rispetto delle identità e delle legittime differenze»[1].
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